VENERDÌ 16 DICEMBRE ALLE 18:30 presso lo Studio Savagnone - Palermo, via Leonardo da Vinci 49
La Fotografia Transfigurativa si affranca dal mero appagamento estetico esaltandone la capacità di stimolare la ricerca promovendone la valenza introspettiva, conoscitiva e trasformativa assumendo, così la funzione di sogno. Il fotografo transfigurativo non realizza rappresentazioni preesistenti, mira ad espandere i significati e non ad imporne di predefiniti.
La "N" di transfigurativa vuole sottolineare la disposizione della corrente ad andare "oltre" (trans) il visibile esplicito favorendone il potenziale evocativo, "il nostro vuoto da riempire ha una forma è in quella forma che si accuccia l'immagine, una culla generatrice di nuovo senso e nuova memoria".
Nella pratica della fotografia transfigurativa è presente una componente onirica, l'immagine è "il sogno" ma non è la foto di un sogno, cioè un immagine costruita allo scopo di rappresentare ciò che si ricorda di aver sognato.
L'aspirazione della fotografia a farsi linguaggio artistico è antica, da qui la consapevolezza di non aver inventato nulla di nuovo; intercettando una certa sensibilità e cercando di darle un nome la sottraiamo al manierismo che è il pericolo peggiore di ogni corrente.
La fotografia transfigurativa è un modo di approcciarsi alla fotografia applicabile a qualunque genere. Quando fotografiamo desideriamo condividere ciò che ci colpisce, ciò che vediamo ed il mistero che vi intuiamo. La rappresentazione asettica e oggettiva della realtà è un'utopia, non esiste e non è mai esistita.
(Carlo Riggi fondatore della corrente 2020)