Il concetto di prossimità può essere interpretato sia in senso fisico, sia in una accezione sentimentale. E ovviamente, nei più riusciti lavori di questo tipo le due accezioni coincidono perfettamente.
Tuttavia, giusto per chiarire il senso della distinzione, nella prima accezione prossimo è tutto ciò che ci sta fisicamente vicino, l'intorno di casa nostra, il quartiere e i volti del nostro quotidiano... e la fotografia di prossimità può essere intesa come una fotografia a chilometro zero. La storia di questo ambito espressivo presenta numerosi esempi di lavori interessanti realizzati senza allontanarsi troppo dal proprio centro di vita e, soprattutto di recente, in virtù della riscoperta dei valori connessi al rispetto e alla valorizzazione dell'ambiente, anche in fotografia si è ripreso a valorizzare il locale, ridimensionando l'idea che la fotografia sia necessariamente viaggio o riscoprendo l'atteggiamento del viaggiatore - si badi bene, non del turista ma del viaggiatore - nella vita quotidiana. In questo senso la sfida è sicuramente interessante e difficile, perché si tratta di resettare lo sguardo e renderlo nuovo e fresco come quando eravamo bambini.
Esiste poi una accezione sentimentale deleteria del concetto di prossimità. Ovvero, il rimanere legati per sempre ad un imprinting di genere e di modo che ci fa sentire psicologicamente a casa, al sicuro, impedendo però la scoperta e la sperimentazione. Si parla in questo caso di una prossimità scivolata in una comoda confort zone che ci tarpa le ali.
L'incontro condotto da Fabio Savagnone e Anna Fici presenterà alcuni casi felici ed altri di esito meno interessante.
SABATO 3 DICEMBRE ALLE 16:30 presso lo Studio Savagnone - Palermo, via Leonardo da Vinci 49
Per info e prenotazioni scrivere a info@collettivof.com o chiamare il numero 329 4728129
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