Martino Zummo: Memorie di vagabondaggi
Palermo, Archivio Storico Comunale, via Maqueda 157
Inaugurazione 4 febbraio 2023 - ore 17:30, termina il 18 febbraio 2023
Lun-Ven 9:00-13:00, Mer 9:00-17, Sab-Dom 10:00-17:00

Partiamo con semplicità, da un lavoro che è il lavoro di una vita e che, proprio per questo, non può avere altro titolo che: Martino Zummo. Memorie di vagabondaggi.

Il concetto di "fotografia" non è mai cambiato, anche se tutto le è cambiato attorno: strumenti, contesti, stili di vita e di rappresentazione. Annotare le rivelazioni che la luce ci presenta, saperle riconoscere e saperle restituire è quanto i cultori della pratica fotografica continuano a fare, magari con lo smartphone, per la propria e l'altrui memoria. Ma oggi probabilmente manca ai più la pazienza della ricerca. Manca la capacità di attesa e di investimento nel proprio istinto. Questo impedisce all'istinto di trasformarsi in poetica, linguaggio, stile.

Martino Zummo ha saputo attendere. Come un vero flâneur, ha saputo viaggiare attraverso se stesso cercando di riconoscersi nelle strade che ha percorso e negli incontri che ha fatto. L'attesa, unitamente all'accettazione del rischio di perdersi, di mollare il controllo, ne hanno lievitato la visione. Così oggi, con l'approccio "classico" di una limpida scrittura di luce, con quell'approccio che tanto ci è caro, che compone istantanee poesie visive attingendo soltanto al patrimonio culturale e interiore di un uomo vivo e curioso, la sua mostra si propone come un invito a riviaggiare il suo lungo viaggio, mollando anche noi le redini. E lasciandoci condurre per un Mediterraneo antico, per il residuo mitico di una identità perduta che ancora lambisce l'inconscio.

La fotografia è nata per la memoria. Ma la memoria è infedele al passato, è fantasiosa perché impregnata della nostra emozione del tempo. Nell'infanzia del mondo ci siamo nutriti di vicoli ombrosi, di case silenziose abitate da vite umili, da gesti sapienti che saziavano il giorno, che toglievano ai nostri progenitori quella fame di vita che ai noi non passa mai. Attraverso Martino, un aspro ma sereno Mediterraneo ci acquieta, ci ricorda che il tempo può ancora essere pieno e vero. È sempre l'Arte ad indicarci quella dimensione mitica che fa del quotidiano una piena e vera rivelazione.

Penso a Eugenio Montale e alla prepotente presenza del segreto, nelle parole de "I limoni" che lo corteggiano: "Vedi, in questi silenzi in cui le cose si abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità".

Ma so che Martino si è ritrovato nel Camus de "L'estate e altri saggi solari". Per entrambi la luce nasconde, ha una dimensione segreta e selvaggia. La fissità dell'immagine foto-grafica incoraggia i cercatori del segreto del mondo.


Anna Fici



Rassegna stampa
www.pressenza.com/it/2023/02/mostra-fotografica-di-martino-zummo-la-cultura-mediterranea-attraverso-le-immagini/









Collegato all'evento il talk del 11 febbraio 2023 alle ore 17:30, dal titolo La cultura mediterranea attraverso le immagini, condotto da Carlo Baiamonte del Collettivof con la partecipazione del giornalista Mario Azzolini.

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